Maiero o Maderius è un antico paese che compare già in documenti del XII secolo e che deve il proprio nome al luogo umido in cui sorse: terreni circondati dalle acque, da selve e da boschi. Oggi è ancora circondato, ma da campi coltivati e frutteti e poco o nulla resta del suo passato, salvo il campanile del 1809 che conserva l'aspetto originario con la cuspide appuntita e le pesanti paraste della cella campanaria.

La chiesa, di antiche origini, è andata distrutta il 19 aprile 1945 e quella sorta nel dopoguerra è un semplice luogo di culto ancora dedicato a San Martino.

Sappiamo comunque che già nel X secolo Maiero era un grande e importante centro abitato, un Vicus secondo la denominazione allora corrente, e il suo territorio era sede di pieve. Il significato di questo termine indica un territorio sul quale è stanziata una comunità cristiana primitiva rurale. Solo la località sede di pieve era dotata di una chiesa con battistero, dove esercitava l'ufficio il capitolo canonicale, che serviva anche nelle chiese minori. Nel 1229, in un inventario dei possedimenti della Chiesa di Ravenna, Papa Gregorio IX include anche la Plebem mederii, che in un'altra carta viene ora considerata alla pari di quella di Portomaggiore.

Di Maiero antica resta anche il “Palazzone” ovvero palazzo Berti ex Bergellesi, non privo di interessanti valenze architettoniche, che fu costruito in epoca pre-barocca sui ruderi della trecentesca Rocca di Maiero, di proprietà di Galeazzo Medici e successivamente degli Estensi.


Da visitare sul territorio di Maiero, percorrendo la strada bianca oltre la chiesa in direzione Portoverrara, è il “Pozzale”. Luogo antichissimo oggi un solo un podere, ma che conserva in ottimo stato un grandissimo fienile datato XV secolo (si dice che sia il più grande d'Europa). La costruzione è diversa dalle molte altre che ancora punteggiano le nostre campagne. Al suo interno diversi tipi di stalle (per cavalli e per mucche), grandissimi spazi per la conservazione dei foraggi, ricercatezze architettoniche parlano del tempo in cui qui si allevavano i cavalli per gli Estensi
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Pubblicato nell'ottobre del 2016
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