
Runco è una località antica che, come molti paesi del portuense, deve la propria origine al fiume Sandalo.
L'antichità di Runco è testimoniata da un richiamo a “Runchi” presente in una pergamena del 1194, conservata nell'Archivio di Stato di Roma. Lo storico Muratori ha rinvenuto il toponimo “Runci” tra le vendite spettanti alla Sede Apostolica nella terra ferrarese. Il nome Runco designava nel Medioevo luoghi ridotti a coltura e per questo è molto frequente nel ravennate: se ne contano ben 35 diversi paesi.
Nel 1316 Runco aveva una chiesa dedicata a S. Sisto II Papa, ma sappiamo poi che nel 1621 la chiesa non aveva ancora il fonte battesimale. L'edificio attuale risale proprio a quegli anni. La chiesa e il campanile sono squisitamente barocchi.
All'interno è presente un ritratto del patrono che sorregge in due piatti le teste dei S.S. Apostoli Pietro e Paolo, attribuito allo Scarsellino. Sono interessanti anche i quadretti della Via Crucis, piccole tele ad olio del XIX secolo.
Viene molto venerata l'immagine della Madonna della Trebbia, “miracolosamente” ritrovata indenne dopo essere finita, così si narra, tra gli ingranaggi di una macchina trebbiatrice, da cui il nome. Attorno a questa delicata indagine si creò all'epoca un'enorme risonanza. Era il giugno 1951, alcuni contadini stavano trebbiando, l'effigie della Madonna era appesa nelle vicinanze, si alzò una folata di vento che fece volare l'immagine tra gli ingranaggi della trebbiatrice. Fortunatamente la paglia protesse il drappo che ne uscì graffiato, ma indenne.
Questo episodio fu così amplificato dalla fantasia popolare da creare attorno alla Madonna della Trebbia un alone miracoloso.
Runco non dedica nessun festeggiamento speciale al Santo patrono preferendo festeggiare la Madonna nel mese di maggio.
Pochi forse sanno che Runco ha una seconda patrona, S. Apollonia, tradizionalmente festeggiata il 9 febbraio. In questa data si celebrava una solenne messa dedicata alla Santa, ma era all'interno delle case che avveniva il vero festeggiamento.