Sandolo pare fosse un villaggio di pescatori: il nome stesso del paese deriva da un antico ramo deltizio del Po di Volano, chiamato Sandalus. E' opinione di molti storici che sia il nome di una piccola imbarcazione che doveva permettere alla popolazione di vivere di pesca tra i corsi d'acqua che non mancavano certo nell'antico territorio ferrarese.

Qui sorge nel cuore del paesino, la bella Pieve romanica dedicata a S. Michele Arcangelo.

La storia della chiesa di Sandolo e le sue origini risalenti al X secolo, è collegata alla pieve di Maiero: è solo verso il XIII secolo che il piccolo paese si rende indipendente dalla pieve di Maiero ed acquista territorio e parroco propri.

La data di costruzione della pieve resta incerta, ma per linee architettoniche è assimilabile alla più grande e non molto distante pieve di S. Vito, infatti entrambe le costruzioni presentano uno stile romanico a pietra vista. Ci sono buone ragioni per credere che la chiesa di Sandolo fosse originariamente di forma basilicale a tre navate: la centrale e la destra, per chi entra, rimangono a testimonianza storica della precedente conformazione. Della sinistra, occupata oggi dalla canonica, non rimane più traccia se non per l'apparizione, in occasione di lavori di restauro, di due archi sulla parete che sembrano confermare questa ipotesi. La pieve nella sua suggestione odierna è frutto di lavori di restauro terminati con la riapertura al culto dell'antica chiesetta il 20 agosto 1972, intervento che ha restituito all'edificio la conformazione settecentesca.

La chiesa ha dimensioni raccolte: 18 metri di lunghezza per 5 di larghezza; vi si accede attraverso un'unica porta d'ingresso sovrastata da una finestra con grata di ferro battuto. Al suo interno, abbellito nel presbiterio con un Cristo su croce bizantina, si trova il marmoreo fonte battesimale del Cinquecento proveniente da un altro edificio sacro. Nella cappella del battistero si può ammirare un affresco del Battesimo di Gesù nel Giordano, attribuito a Giuseppe Mazzolani, importante pittore portuense che si è distinto nel panorama ferrarese del secondo ottocento. Un'altra sua opera molto espressiva, ”Gli ultimi momenti di Savonarola” è conservata presso il Municipio di Portomaggiore.

All'interno della piccola chiesa si trovano: la cappella del confessionale con una Madonna Addolorata e il tipico soffitto a cassettoni; la cappella di S. Antonio da Padova. Dell'antico trono vescovile di Cervia sono i tre scranni che formano il seggio della Presidenza nell'abside. Nel minuscolo campanile l'unica campana manda i suoi rintocchi alla pianura fin dal XV secolo.
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Pubblicato nell'ottobre del 2016
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