A partire da martedì 8 luglio torna l’ormai consueto appuntamento con il cinema nel cortile della Biblioteca Peppino Impastato. Dopo il successo della passata edizione quattro nuovi titoli faranno compagnia a chi rimane in città nel periodo estivo.
In programma The Holdovers – Lezioni di vita, un film brillante, pieno di humor e colmo di battute pungenti e sagaci, marchio di fabbrica del cinema di Alexander Payne, Palazzina Laf di Michele Riondino, un film scomodo ma necessario sull'Ilva di Taranto e la condizione dei lavoratori, Cattiverie a domicilio, un giallo grazioso e divertente ed infine Sala Professori, che stupirà per le tematiche e per una narrazione interessante ed avvincente.
Ad inaugurare il cinemino martedì 8 luglio sarà il film del regista Alexander Payne The Holdovers – Lezioni di vita.
Una lunga e ricca galleria di esclusi e più o meno allegri sconfitti che si arricchisce del terzetto protagonista di The Holdovers - Lezioni di vita, un magnifico distillato di perdenti, loro malgrado, ritrovatisi completamente soli nelle vacanze di Natale all’interno di un prestigioso liceo americano. Chi perché dimenticato dalla famiglia (lo studente Angus Tully, la cui madre va in luna di miele con il nuovo marito), chi perché ha perso un figlio in Vietnam (la responsabile della cucina della scuola, Mary), chi perché non ha niente di meglio da fare (il professor Paul Hunham, single, odiato dai suoi studenti e sottovalutato dal corpo docenti, interpretato da un bizzarro e divertente Paul Giamatti). Una serie di mancanze che s’intrecciano e si autoalimentano, con la famiglia, tema ricorrente nella filmografia di Payne, a fare da sfondo con le sue varie ed eventuali disfunzionalità.
Martedì 15 luglio lo schermo del cinemino si accenderà per Palazzina Laf regia di Michele Riondino . Taranto, 1997. Caterino Lamanna (Michele Riondino) lavora alla famigerata Ilva. È un operaio siderurgico, abita in una casa fatiscente e ha una fidanzata albanese di nome Anna. Un giorno, Giancarlo Basile (Elio Germano), giovane dirigente dell’azienda, lo convince a diventare il suo “orecchio”, tra gli operai: Caterino dovrà riferirgli quali sono i (mal)umori, anche considerato che gli incidenti sul lavoro, alcuni mortali, continuano ad avvenire. Ben presto scoprirà una realtà ben diversa: si tratta di un reparto di confinamento, dove gli operai più “scomodi” sono stati relegati e ai quali viene proposta, di quando in quando, una mansione alternativa, per la quale però non hanno competenza. Caterino scoprirà una dimensione parallela, fatta di rabbia, frustrazione, alienante quotidianità che si ripete identica. Intanto serpeggiano idee di protesta, contatti con un avvocato, impotenza dei delegati sindacali nella lotta con la dirigenza. Questa è la storia di Palazzina Laf, primo film realizzato da Michele Riondino.
Martedì 22 luglio in programma Cattiverie a domicilio – regia di Thea Sharrock.
Cattiverie a domicilio è ambientato nel 1922 a Littlehampton, una cittadina affacciata sulla costa meridionale dell’Inghilterra. Il film segue le vicende di due vicine di casa: Edith Swan, originaria del posto e profondamente conservatrice e religiosa, e Rose Gooding turbolenta e sfacciata immigrata irlandese. Quando Edith e altri suoi concittadini iniziano a ricevere lettere oscene, i sospetti ricadono immediatamente su Rose che viene arrestata. Saranno le donne del posto – guidate dalla poliziotta Gladys Moss – a indagare sul crimine, sospettando che le cose potrebbero non essere come sembrano…
A chiudere la rassegna martedì 29 luglio La sala professori regia di İlker Çatak
In un buon istituto tedesco, la professoressa Carla Nowak (Leonie Benesch, un’interpretazione di precisione chirurgica) insegna matematica ed educazione fisica a una seconda media: è preparata, coinvolgente, amata, usa una maieutica che ogni volta va a segno con gli studenti. L’innesco della deflagrazione del conflitto è un piccolo consiglio disciplinare – nel quale sono chiamati a discutere anche due studenti rappresentanti di classe – convocato per scoprire chi è responsabile di alcuni piccoli furti che avvengono a scuola. Da lì comincia la battaglia, prima sorda, poi fragorosa. I metodi che ognuno adotta per risolvere il problema sono diversi: la dirigente ci tiene a ribadire il valore della “tolleranza zero”, che la scuola ha scelto di applicare ai casi controversi; gli studenti e i genitori mostrano le loro ipotesi, che nascondono antipatie e idiosincrasie; Nowak cerca di gestire in autonomia la vicenda; altri colleghi convincono gli studenti a dire a mezza bocca chi sono i colpevoli e ipotizzano interventi della polizia. Come fare a educare alla giustizia e alla legalità quando i riferimenti alla legalità e alla giustizia sono in contrasto perfino tra gli adulti?